04.01.04

Trasporto merci internazionale in Italia nel 2020

Entrando nello specifico del trasporto merci, vediamo come in Italia questo sia rimasto attivo anche in piena pandemia, subendo però un forte impatto sui costi unitari del settore, con un’incidenza degli oneri di trasporto sul valore delle merci in import/export in aumento dopo anni di calo.

 

 

Fonte: elaborazione su dati Istat, Alps Crossing, Eurostat, ENAC

 

Per quanto riguarda i singoli settori, il trasporto aereo ha dovuto far fronte al pesante calo dei voli di linea (-66%), ampiamente utilizzati per caricare merci in stiva. La diminuzione della possibilità di carico ha avuto come conseguenza un’impennata dei noli unitari, con costi quasi doppi per l’importazione e aumentati del 60% in esportazione. In riferimento al traffico cargo, la contrazione delle tonnellate per Km trasportate in tutto il mondo è stata del 10,6%, quindi decisamente più contenuta rispetto al crollo dei voli passeggeri. L’Italia ha segnato però una diminuzione più marcata rispetto alla media europea, toccando in media quota -23,7%, con Fiumicino maglia nera (-60,8%).

 

I costi medi del trasporto stradale si sono invece abbassati, nonostante il minore volume di merci spostate, con gli operatori che hanno assorbito le maggiori perdite dovute a ritardi nelle consegne e procedure di controllo lunghe e complesse, effetto della pandemia. I noli sono dunque rimasti stabili, ad eccezione del pesante rincaro nei confronti del Regno Unito verso la fine dell’anno, legato ai maggiori scambi effettuati prima dell’entrata in vigore definitiva della Brexit. 

 

Il trasporto su rotaia ha invece visto un leggero aumento dei costi medi, con i rialzi più elevati che anche in questo caso hanno riguardato i noli in entrata e in uscita dal Regno Unito, per il medesimo motivo. Il trasporto ferroviario ha ampiamente compensato le conseguenze di una minore domanda, ponendosi come alternativa al trasporto su gomma in un periodo in cui gli spostamenti delle persone hanno subìto forti limitazioni.

 

Per ciò che riguarda il trasporto marittimo, bisogna fare distinzione tra le varie modalità di carico, che hanno avuto impatti differenti sui costi unitari.

Notevoli rincari si sono infatti rilevati nel trasporto container con noli in dollari per TEU (twenty-feet equivalent unit) aumentati di oltre il 30% in export e più del 50% in importazione, soprattutto nel flusso di merci con la Cina e con l’Asia in generale. I costi dei servizi ausiliari si sono invece mantenuti abbastanza stabili, consentendo ai noli complessivi (euro/ton) di calmierare l’incremento. Il trasporto bulk solido ha invece accusato il forte abbassamento della domanda di materie prime a livello mondiale, risalita solo verso la fine dell’anno soprattutto grazie alla Cina, registrando una diminuzione dei noli, al contrario del bulk liquido, i cui noli hanno raggiunto il massimo storico dal 1999. Il trasporto navale general cargo ha visto da una parte una crescita dei costi medi (euro/ton) riguardante il trasporto di macchinari, impianti e mezzi di trasporto, e dall’altra parte un calo nelle categorie relative a prodotti chimici, materiali da costruzione, prodotti forestali, tubi e materiali metallici. Infine, il comparto Ro-Ro, ossia il trasporto di autoveicoli, rileva costi maggiorati, in parte legati ai nuovi obblighi di utilizzo di carburanti meno inquinanti.